Aprile, mese dell’alimentazione e del benessere

Aprile, mese dell’alimentazione e del benessere

Aprile, un mese denso di appuntamenti legati all’alimentazione e al benessere.

Iniziamo con il 7 aprile Giornata mondiale della salute 2016, che coincide con dell’anniversario della fondazione dell’Organizzazione mondiale della salute (Oms) o World Health Organization (WHO). Quest’anno si parla di diabete, a causa del preoccupante aumento dei nuovi casi, anche tra i più giovani. Per veicolare i messaggi di prevenzione e sensibilizzazione, l’Oms ha disegnato alcuni poster (www.who.int).

Perché il diabete? Perché i dati epidemiologici constatano una rapida espansione in molti paesi; perché alcune tipologie di diabete si possono prevenire con un semplice cambiamento di stile di vita; perché il diabete si può curare; perché il diabete può esser ricondotto alla mortalità da malattie non altrimenti conosciute nei paesi in via di sviluppo, per cui lo sviluppo sostenibile servirebbe anche a prevenire il diabete.

Scopriamo velocemente cos’è il diabete e perché prevenirlo.

Innanzitutto è bene distinguere le due principali tipologie di diabete, diabete tipo 1 e diabete tipo 2, che, anche se accumunate da uno squilibrio metabolico che riguarda gli zuccheri, a seconda della tipologia può avere un esordio con sintomi, terapie e prognosi differenti. In entrambe i casi si tratta di una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) a causa di un’alterata quantità o funzione dell’insulina. L’insulina è l’ormone, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio di entrare nelle cellule per essere usato come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno. Il tipo 1 o insulino-dipendente, presenta la totale o quasi totale carenza di insulina, e richiede fin dall’inizio una terapia insulinica sostituiva; il tipo 2 o non insulino-dipendente, non richiede insulina fin dall’inizio ma solo quando non sono più sufficienti provvedimenti dietetici o gli ipoglicemizzanti orali (farmaci che regolano i livelli di glucosio). La prevalenza del diabete mellito cresce a velocità vertiginosa in tutto il mondo, a causa dell’adozione sempre più diffusa di stili di vita poco salutari (eccessivo introito calorico alimentare, sedentarietà) che stanno determinando in tutte le fasce di età un aumento incontrollabile dell’obesità e del sovrappeso, tanto che è stato coniato il termine “diabesità” per sottolineare l’associazione tra diabete ed obesità, una pandemia dei nostri tempi con un impatto socio-economico-sanitario destinato ad aumentare. Il termine cronico, sta ad indicare che una volta diagnosticata la malattia si può trattare, ma non si risolverà anzi è molto probabile un progressivo peggioramento che può durare mesi o anni a seconda di come viene gestito. Le conseguenze di un diabete scompensato (cioè non adeguatamente trattato) vanno da problemi di vista a problemi neurologici, alle estremità (piede diabetico) causati da un accumulo di glucosio in vari distretti corporei.

Ogni anno nel mondo più di tre milioni di persone muoiono a causa delle complicanze cardiovascolari del diabete. Inoltre, in presenza di diabete raddoppia il rischio di morte legato a condizioni croniche e acute quali tumori, malattie renali, malattie epatiche, malattie gastrointestinali, malattie respiratorie, infezioni, cadute, malattie mentali, suicidi.

Per questo sono stati individuati alcuni programmi d’intervento a vari livelli: la prevenzione, la diagnosi precoce e il miglioramento della qualità dell’assistenza e del monitoraggio della malattia diabetica.

Si potrebbe iniziare da un semplice elenco di alcuni fattori di rischio:

  • età superiore ai 45 anni;
  • familiari di primo grado che soffrono o hanno sofferto di diabete;
  • diabete gestazionale o figli con peso alla nascita oltre i 4kg;
  • sovrappeso;
  • problemi cardiovascolari;
  • sedentarietà.

Se presentate almeno due di queste caratteristiche, sarebbe meglio controllare i valori di glicemia, è sufficiente un prelievo per scoprire come il nostro corpo metabolizza gli zuccheri e se dobbiamo correre ai ripari.

Prima ci si accorge di un’alterazione e prima è possibile intervenire con piccoli cambiamenti nello stile di vita, decisamente meno impegnativi di terapie farmacologiche.

Altro appuntamento mensile, l’11 aprile, che coincide con la giornata della SOSTENIBILITA’.

Che cosa intendiamo con il termine sostenibilità? Qual è il collegamento con l’alimentazione?

Intanto il termine nasce negli anni ‘80, con i movimenti ambientalisti che per primi misero in evidenza la necessità di porre un rimedio all’utilizzo sconsiderato delle risorse naturali. Con sostenibilità s’intende: “l’utilizzo di materie prime naturali con il minimo investimento energetico al fine di ottenere un prodotto più prossimo al chilometro zero capace di essere programmato anche per un nuovo ciclo di vita che eviti o minimizzi il generare rifiuti da scarto per il benessere collettivo tendente all’ottimizzazione sostenibile ambientale globalizzata”. Questo vale per tutte le risorse ambientali comprese quelle alimentari, che come sappiamo necessitano di fonti naturali come acqua, terra e sole per svilupparsi. Questo vale per le risorse vegetali, ma indirettamente anche quelle animali, se pensiamo che per produrre 1 kg di carne servono 15-20 mila litri d’acqua, per far crescere un cereale 1300 l, per far crescere un pomodoro 13 litri, per un caffè 140 litri. Lo dice allarmata la Fao: la domanda d’acqua crescerà sempre più e “causerà un’altra crisi globale”. Ormai sono in molti ad affermarlo: mangiare meno carne contribuirebbe a diminuire notevolmente le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Perché per produrre carne servono così tante risorse? Perché oltre a quelle per la crescita dell’animale, vanno aggiunte le risorse impiegate per far crescere gli alimenti con cui si nutrono.

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Con queste informazioni si consiglia di non eliminare dalla tavola carne e pesce, ma di ridimensionarne il consumo, aumentando di contro quello degli alimenti vegetali, altrettanto nutrienti e gustosi.

Perfettamente in linea con le recenti affermazioni dell’OMS circa il potenziale rischio cancerogeno legato al consumo di carne rossa e lavorata.

Stagionalità, territorialità potrebbero essere considerati i criteri per orientare le scelte alimentari sostenibili. Quindi come prestiamo attenzione a portare a casa cibi sani e sicuri, dovremmo altrettanto considerare la sostenibilità di cosa mettiamo in tavola.

Ecco quali sono i primi dieci passi per un’alimentazione sostenibile anche a casa nostra:

  1. biologico (certificato)/km 0;
  2. alimenti integrali;
  3. poca carne, tanti vegetali;
  4. olio extra vergine d’oliva al posto del burro;
  5. alimenti non trasformati, pochi ingredienti;
  6. cucina casalinga;
  7. alimenti freschi e di stagione;
  8. prodotti locali senza involucri di plastica;
  9. acqua dal rubinetto;
  10. parlare di sostenibilità.

Quando si parla di Aprile spesso ci viene in mente un proverbio che recita: “Aprile dolce dormire”. E’ proprio così, il mese di solito associato all’inizio della primavera e con il cambio stagione è possibile percepire tutta una serie di segnali del corpo come stanchezza, sonnolenza, o alterazioni del sonno notturno. Se poi a questo  associamo una rèmise en forme in vista dell’estate, vien da se’ che il nostro organismo debba far fronte alle aumentate richieste con qualche supplemento vitaminico e un aiuto interno alle difese, partendo da un importante ripopolamento della flora batterica intestinale (i microrganismi che popolano il nostro intestino come esempio di simbiosi con l’organismo umano: il nostro intestino garantisce la sopravvivenza di molte specie batteriche che svolgono azioni benefiche).

Le funzioni intestinali sostenute dalla flora batterica che in particolare contribuiscono ad un efficace fase di depurazione sono:

  1. produzione di enzimi, favorendo così i processi digestivi;
  2. sintesi di vitamine (vitamina K e del gruppo B, come la B12);
  3. produzione di sostanze antimicrobiche;
  4. modulazione del sistema immunitario intestinale;
  5. potenziamento della funzione di barriera intestinale, contro l’invasione di batteri patogeni;
  6. regolazione della motilità del tubo digerente e della composizione dei gas intestinali e delle feci;
  7. regolazione del pH dell’ambiente gastrointestinale.

Alcuni ricercatori paragonano il tratto intestinale e la sua flora ad un vero e proprio organo, il cui equilibrio è importante al fine di mantenere uno stato di salute ottimale.

Abbiamo accennato negli articoli precedenti alla fondamentale importanza di mantenere in salute i nostri organi emuntori, tra cui il più importante è il fegato, oltre a questo anche l’intestino rappresenta un valido alleato per affrontare i momenti di stress. Quindi oltre a regolarizzare il sonno iniziare con un attività fisica regolare, dal punto di vista nutrizionale potrebbe giovare: un incremento delle porzioni di frutta e ortaggi anche crudi; un eventuale integrazione di Magnesio e Potassio, sia per l’equilibrio del sonno che per le aumentate perdite legate alla sudorazione, alla quale il corpo non è abituato; sempre per questa ragione aumentare l’idratazione; e oltre ad alimenti prebiotici, valutare la possibilità di seguire uno o più cicli di fermenti, scegliendo tra quelli con alta carica batterica (almeno 1 miliardo), di origine umana e da Lactobacilli e Bifidobatteri.